La Fibromialgia mi ha accompagnata per 30 anni della mia vita senza darmi mai tregua. Non ricordo un giorno passato senza dolori, che dovevo tenere sotto controllo 24 ore su 24 con la costante paura di peggiorare ogni giorno di più.
Esattamente 3 anni e mezzo fa ho incontrato la mia Life Coach che mi ha insegnato cosa fare per guarire dalla Fibromialgia. Da quel momento ho iniziato un enorme lavoro su di me e dopo due lunghi e difficili anni, tutti i miei sintomi sono scomparsi.
Sono asintomatica da un anno e mezzo e vivo in costante equilibrio per mantenermi in salute e vivere una vita normale.
Hai già letto la storia di Cay (sulla sinistra), ex Fibromialgica? Clicca qui o sulla foto!
La medicina ufficiale definisce la Fibromialgia cronica ed incurabile perché probabilmente ad oggi non ha ancora trovato il modo per curarla e per aiutare quei 4 milioni e mezzo di persone (solo in Italia) che soffrono le pene dell’inferno.
Nel mio percorso di guarigione ho avuto modo di frequentare il corso di Louise Hay “Puoi Guarire la Tua Vita”, un corso che per me è stato davvero determinante e che ha fatto un’enorme differenza nella mia vita.
Ho trasformato la sofferenza che ho vissuto nella mia missione di vita:
oggi lavoro con persone che soffrono di Fibromilagia e dolori cronici, e a volte vedere tutto ciò che devono sopportare è straziante. I medici non danno alcuna speranza e li riempiono di farmaci e psicofarmaci così da alleviare e addormentare i dolori momentaneamente e creare dipendenza da qualcosa di esterno.
Le anime più forti sono quelle temprate dalla sofferenza. I caratteri più solidi sono cosparsi di cicatrici. – Khalil Gibran
Io sono guarita curando corpo-mente-spirito.
Noi siamo un tutt’uno e come tale dobbiamo prenderci cura di ogni piccola parte che ci riguarda.
Hai già letto l’articolo che ho scritto sulla mia storia da Fibromialgica? >>
La malattia non è qualcosa di esterno a noi, che ci piomba addosso all’improvviso lasciandoci con mille interrogativi, come se non esistesse alcuna relazione tra malattia e il proprio stile di vita, la propria personalità, il proprio modo di essere e di pensare.
Ci vuole una forza d’animo straordinaria per alzarsi dal letto ogni mattina con l’idea che la vita sia una prova e vada affrontata sempre, anche quando si è sicuri di avere subito un’ingiustizia terribile e si ha paura di non farcela. – Massimo Gramellini
Dobbiamo sempre più far nostro il concetto che la malattia è lo specchio di come il nostro corpo ci parla e comunica con noi, manifesta un disagio o un disequilibrio causato da noi stessi.
Un causato da noi stessi che ovviamente non va inteso con lo scopo di punirci perché volontariamente vogliamo arrecarci danno.
Causato da noi perché motivi esterni/interni, ossia reazioni ad un evento, schok, trascuratezza, pigrizia, oppure stile di vita non adeguato, capovolgimento di valori e sentimenti come per esempio la rabbia e il senso di colpa, uniti alla bassa tempestività, hanno determinato lo stato di malattia.
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Usiamo il tempo in modo poco rispettoso, ci trascuriamo procrastinando, allungandolo e ritardandolo; e di contro vogliamo accorciarlo cercando di “far sparire” subito il disagio rimpinzandoci di farmaci o simili.
Tutto questo oltre ad arrecare danno è veramente di poca utilità.
Non dico che non vada bene curarsi a livello farmacologico, ma non è l’unico modo che dobbiamo prendere in considerazione per curarci. Dobbiamo andare più a fondo altrimenti è come se non prendessimo in considerazione l’errore che abbiamo fatto in partenza e volessimo continuare imperterriti sulla nostra strada senza ostacoli, decidendo di soffocare tutto e di mettere il corpo “a tacere”.
Inizia la lotta contro il sintomo
“Lotta” significa pur sempre attenzione e dedizione, e così il sintomo riesce a vincere e a far sì che ci occupiamo di lui. Questo atteggiamento da combattente però, a mio avviso, è la strada verso la regressione.
Ogni sintomo o disagio non è una punizione divina, ma un messaggio che il corpo invia solo per noi, per avvisarci che qualcosa non va.
Se la nostra ottusità o cecità ci impedisce di far tesoro di un fastidio che certo ci può irritare e condizionare la vita, andremo incontro a infelicità garantita.
Il corpo non vuole ammalarsi e ce lo comunica immediatamente con i primi sintomi o disagi.
Disagi che siamo soliti ignorare per fretta, inghiottiti dal tempo che fugge.
Disagi che piano piano, trascurati alla loro origine, si trasformeranno in malessere e malattia.
Questo è ciò che è successo a me, ma che succede a migliaia di persone ogni giorno. Ritengo inutile il continuo lamentarsi o sentirsi sfortunato sempre in balia degli eventi.
Chiediamoci piuttosto:
“Dov’ero io, prima che si manifestasse tutto questo?”
Le malattie o i disagi non nascono dall’oggi al domani, ma sono la somma di tutto quello che abbiamo vissuto e soprattutto di COME l’abbiamo vissuto.
Marta Tutak è ex fibromialgica e autrice del libro “Fibromialgia, si può guarire”: scoprilo cliccando qui o sulla foto!
Il fatto importante è che abbiamo il dovere di volerci bene, di rispettare la nostra vita e salute,
di ascoltarci e di cambiare man mano tutte quelle situazioni o atteggiamenti che non ci permettono di andare nella direzione che vorremmo, perché questo aspetto del “non sentirsi” e del “non percepirsi” concorre alla formazione delle malattie.
Mettersi in discussione, guardarsi allo specchio e fermarsi non è facile, non è comodo. Richiede impegno,coraggio e fatica.
Le persone non hanno voglia di mettersi in discussione, di essere loro a cambiare per prime, e soprattutto partono dal presupposto di non sbagliare mai (l’errore semmai appartiene ad altri). Per cui più facile continuare sulla via comoda e restare sempre uguali a se stesse, piuttosto che tentare di fare il “salto quantico”.
La malattia, nel mio caso, mi ha permesso di capire dove stavo “sbagliando” e di conseguenza cosa fare per superare l’ostacolo.
Quello che ho in mano ora è la forza, la gioia di una nuova salute, di un nuovo cammino, di una nuova consapevolezza di me stessa, dei miei punti di forza e di debolezza e, chiaramente, una nuova responsabilità nei miei confronti.
Il cuore dell’uomo è come il vestito del povero; è dove è stato rammendato più volte che è più forte. – Paul Brulat
Siamo responsabili di noi stessi, non vittime!
Non pensiamo che la malattia ci cada addosso. Noi abbiamo contribuito alla sua formazione, rendiamoci responsabili ma non vittime.
Agiamo, reagiamo, otterremo affetto, amore, attenzione, vicinanza senza scendere a compromessi.
Saremo persone nuove in grado di fare le nostre scelte e provvedere ai nostri bisogni, dicendo “NO” se ci rendiamo conto che quello che ci stanno chiedendo è troppo.
Vivere senza sentirsi in colpa perchè, se si sceglie di fare sempre felici gli altri, si rende automaticamente infelici noi stessi.
Ho sviluppato una forza interiore che mi ha fatto dimenticare la povertà in cui versavo, la sofferenza, la solitudine e la frustrazione. – Nelson Mandela
Giornata mondiale della Fibromialgia: il mio pensiero
Ho scritto questo articolo non solo per i fibromialgici ma anche per tutte quelle persone che vivono accanto a chi fa i conti tutti i giorni con il dolore cronico e non sa cosa fare per aiutare il fibromialgico a stare bene. La fibromilagia è definita ancora oggi cronica ed incurabile perché difficilmente chi non l’ha avuta può comprenderla ed essere di supporto a chi soffre. I sintomi sono davvero tanti e spesso la frustrazione e la paura giocano brutti scherzi.
Non si sa dove sbattere la testa, si rimbalza da uno studio medico all’altro nella speranza di trovare una soluzione ma ogni volta si rimane delusi.
Ho vagato per 30 lunghi anni, le ho provate tutte, mi sono sottoposta a cure farmacologiche, a interventi dolorosi che hann peggiorato sempre di più il mio stato di salute. Solo quando ho incontrato la mia life coach, ex fibromialgica, la mia vita è cambiata.
Come prima cosa ho accettato la malattia e il fatto di essere l’unica responsabile a ridurmi così, consapevole del fatto che io e solo io potevo prendere in mano la situazione e innescare processi di auto guarigione.
È stato un lungo viaggio alla scoperta di Vittoria.
La forza interiore è la protezione più potente che hai. Non aver paura di assumerti la responsabilità della tua felicità. – Dalai Lama
Oggi vedo molto bene tutte quelle trappole che mi hanno tenuta legata alla malattia così tanti anni ma per rendermene conto ho dovuto lavorare sodo per curare corpo, mente e spirito. Ciò che per me ha fatto davvero la differenza è stato avere una persona che mi ha accompagnata in questo percorso e mi ha aiutata a tirare fuori tutte quelle risorse che c’erano già dentro di me ma che non sapevo di avere.
Sono certa che la guarigione sia per tutti ma non è da tutti. L’atteggiamento positivo, propositivo e fiducioso gioca un ruolo fondamentale.
Oggi non sono focalizzata su quanti anni mi ha tolto la fibromialgia ma su quanto tempo ho davanti a me da vivere al meglio grazie alla consapevolezza acquisita durante questo duro lavoro alla ricerca della mia essenza e della vera vittoria.
Buona guarigione e buona giornata dedicata alla Fibromialgia!
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