Questo articolo mi sta particolarmente a cuore. Non conosco Stefano personalmente… Ma so che accadrà presto appena tornerò in Italia. La sua incredibile storia ci insegna come superare la paura del giudizio!

Una mattina ero in macchina con la mia amica Annalisa nel centro di Vigevano e un ragazzo attraversa la strada proprio davanti a noi… Quel sorriso cattura la mia attenzione e, tra me e me, una vocina si fa sempre più forte.

“Chissà che storia si nasconde dietro a quel volto?”

Mentre Stefano e Annalisa si salutano, ho già deciso che di lui voglio saperne di più. E così, già lo stesso pomeriggio, riesco a mettermi in contatto con Stefano per spiegargli il perché della nostra connessione.

Stefano accetta di essere intervistato con molto piacere.

Inizio a leggere la sua pagina Facebook, i post che condivide e mi commuovo perché lui è la riprova che dentro ad ognuno di noi si nasconda un Eroe e che tutti noi abbiamo la possibilità di scegliere quale atteggiamento avere davanti alle difficoltà.

Ora vi lascio alle sue parole… Felice di avere un’altra persona speciale nella mia vita e di presentarvela.

Buona lettura.

numero unoCiao Stefano! Parlaci un po’ di te…

Ciao, mi chiamo Stefano Lanzarotti, ho 40 anni e abito a Vigevano, vicino a Milano.
Lavoro in una cooperativa sociale e svolgo mansioni di giardinaggio e pulizia delle aree verdi.

Nel tempo libero amo dedicarmi alla natura, in particolare alla fotografia di paesaggi e animali, amo pescare e sono tifoso dell’Inter. Mangio a qualsiasi ora del giorno e della notte, di piatti preferiti non ne ho nessuno in particolare, l’importante per me è mangiare 🙂

numero dueLa cosa che mi ha colpito di te è stato il tuo sorriso mentre ero in macchina con un’amica che ha rallentato per salutarti.

Dietro a quel sorriso c’è sicuramente una storia speciale. Hai voglia di raccontarcela?

Fino a sei anni ero un bambino come tutti gli altri, un po’ pazzarello ma nella norma. Iniziarono poi ad uscirmi come delle ossa sulla fronte e sul viso.

Il mio dottore mi indirizzò all’ospedale Borgo Roma di Verona, dove mi sottoposero a tutti gli accertamenti possibili ed immaginabili.

Dopo un mese di ricovero, rientrai a casa con la diagnosi di sospetta malattia di Needles e Melnick ma, con il passare del tempo, alcuni sintomi di questa patologia vennero esclusi per svariati motivi e, alla fine, tutt’oggi, non ho una vera e propria diagnosi specifica né tanto meno un nome alla mia malattia.

Con il passare del tempo, pur non avendo né nome e di conseguenza nemmeno una cura specifica da seguire, queste sporgenze si sono fatte sempre più prominenti su tutto il corpo, soprattutto sul viso. Sono stato sottoposto ad un primo intervento per risolvere un problema relativo all’apertura della bocca, in quanto le ossa dentarie si erano sformate e riuscivo ad aprirla solamente di 7 millimetri.

Quindi non potevo mangiare come tutti gli altri: bevevo solo frullati.

Questa malformazione avrebbe potuto crearmi problemi in caso di incidente, in quanto non avrebbero potuto intubarmi se fosse stato necessario.

La situazione era critica per cui, nel maggio 2009, grazie all’interessamento dei professori del reparto maxillofaciale del Nuovo San Gerardo di Monza, mi sottoposero ad una prima operazione della durata di 12 ore + 3 giorni di coma vigilato, che mi ha permesso di ri-aprire la bocca fino a 3.5 cm.

Il mese successivo, mi sottoposero al secondo intervento della durata di 8 ore nel quale, dopo aver aperto la calotta cranica, mi segarono tutte le ossa sporgenti sulla fronte e sulla mandibola.

Il terzo intervento mi è stato fatto nel 2015, durante il quale i medici hanno sistemato le ossa della bocca, le gengive e poi hanno proceduto all’inserimento di 12 impianti e relative protesi.

Diciamo che non mi sono proprio fatto mancare niente 😉

numero treQuali sono i tuoi valori più importanti? Cosa secondo te è fondamentale per vivere bene, nonostante le difficoltà?

La famiglia è la cosa più importante per me, in quanto non mi hanno mai lasciato solo ad affrontare i miei problemi.

Nonostante le difficoltà, non ho paura del domani. Penso sempre positivamente, cerco di guardare sempre il bicchiere mezzo pieno e sono sicuro che prima o poi troverò una soluzione.

numero quattroQual è stata la più grande sfida che hai affrontato nella tua vita?

La sfida più importante che ho dovuto affrontare è stata l’avere a che fare con la cattiveria della gente e il pregiudizio altrui. In molti mi guardano come fossi un alieno… Ma ho imparato a fregarmene di loro perchè non vale la pena farsi il sangue amaro per colpa della mediocrità della gente.

Vivo la vita sorridendo e tutto il resto me lo faccio scivolare addosso. La vera e propria sfida è stata affrontare la paura di morire che mi assaliva nel periodo che ha preceduto le operazioni, ma ora è solo un lontano ricordo.

numero cinqueC’è una cosa che più di altre hai voglia di condividere con noi e che secondo te può essere d’ispirazione a chi ti leggerà per guardare la vita al meglio?

L’importante nella vita non è l’aspetto esteriore, come in molti credono, quello è semplicemente un involucro che ci avvolge.

L’importante è conoscere se stessi, amarsi per ciò che si è, con i propri limiti e con i propri difetti.

Io mi sento rinato, in quanto grazie a queste, seppur difficili operazioni, ho trovato una nuova vita; è come se mi fosse stata data una nuova possibilità e non permetterò a nessuno di rovinarmela solo perchè alcuni mi deridono o credono che io sia inferiore perché “malato”.

I veri malati sono quelli che pur avendo tutto non lo sanno apprezzare e danno molte cose per scontate. Bisogna saper cogliere la bellezza in qualsiasi cosa, posto o momento.

Qual è quella cosa che proprio non sopporti?

La falsità delle persone.

Hai un libro o un film preferito che ti ha particolarmente stupito per ciò che ti ha lasciato?

Film preferiti non ne ho perché, sempre a causa della mia malattia, le ossa delle orecchie mi hanno chiuso i timpani e di conseguenza non sento, l’unica cosa che seguo sono le partite di calcio, tanto l’audio non è strettamente necessario.

In generale non amo leggere ma, dopo aver conosciuto personalmente Giusy Versace, ho letto il suo libro:

“Con la testa, con il cuore, si và ovunque”

Nel libro Giusy racconta la sua storia e mi è capitato spesso di immedesimarmi in lei per trovare la forza di andare avanti e di vivere la vita al meglio, anche quando la sofferenza sembra prendere il sopravvento.

È necessario fermarsi e guardarsi dentro e riscoprire la meraviglia che c’è in ognuno di noi.

Se potessi esprimere un desiderio, quale sarebbe?

Un desiderio che vorrei realizzare è quello di svegliarmi un giorno e sapere che hanno trovato una spiegazione alla mia malattia e che, di conseguenza, hanno una vera e propria terapia da seguire, così che la cosa non degeneri e io possa godermi la vita al meglio.

Sogni nel cassetto?

Visitare l’Argentina.

Grazie di cuore a Stefano per esserti raccontato con così tanta semplicità e spontaneità, nonostante la complessità della tua patologia.

Ammiro Stefano e ammiro tutte le persone che, come lui, scelgono di vivere alla grande nonostante le cose non vadano come avremmo desiderato.

Saper affrontare le difficoltà con dignità e col sorriso credo sia una gran bella lezione di vita che ognuno di noi dovrebbe portare sempre con sé.

Quante volte, invece, davanti a problemi pressochè inutili e inesistenti, ci blocchiamo e di conseguenza ci roviniamo la vita. Non mi stancherò mai di ripetertelo: sei tu che crei il tuo destino, sei tu il responsabile della tua felicità o infelicità.

Scegli di lamentarti? Beh, vivrai una vita ordinaria, dove non riuscirai mai a cogliere la bellezza della vita…

Scegli di rimboccarti le maniche e di vivere una vita Straordinaria?

Allora avrai colto la vera essenza della vita, vivrai in connessione con te stesso e con gli altri, farai di tutto per migliorare sempre di più ogni giorno, ti impegnerai a crescere ed evolvere.

Riuscirai così a cogliere la bellezza in ogni cosa e sarai felice.

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