Hai mai riflettuto sul motivo della tua esistenza qui? Lo hai compreso? Hai trovato lo scopo della tua Anima?

La nostra anima viene in questa dimensione con uno scopo e il nostro compito è quello di trovarlo ed attuarlo. E il miglior modo per realizzarlo è quello di andare a scovare i nostri talenti e le nostre passioni.

Le cause della Fibromialgia, secondo me, sono fortemente legate a questo argomento e oggi ti spiegherò perché.

Continua a leggere per approfondire meglio!

Il talento non è un’abilità straordinaria, non occorre sforzarsi per conquistarlo e, soprattutto, non va confuso con i risultati ed i successi raggiunti.

Henri-Frédéric Amiel lo definì in un modo che trovo significativo:

“Fare agevolmente ciò che riesce difficile agli altri, ecco il talento!”

Il talento è una sorta di “richiamo” verso qualcosa per la quale abbiamo una predisposizione innata. Questo richiamo ci permette di trovare quella specifica caratteristica che ci contraddistingue, basta solo saperlo seguire.

Il problema è che, purtroppo, le influenze esterne e la società in cui siamo immersi ci rendono per così dire “sordi” a questo richiamo, con il risultato che, spesso, il nostro vissuto si discosta molto dallo scopo per cui la nostra anima è arrivata in questa dimensione.

Fibromialgia perché viene?

Io credo che la Fibromialgia, ma tendenzialmente qualsiasi patologia, possa essere letta come un segnale che ci avverte di quanto ci stiamo allontanando dal nostro scopo nel “piano dell’esistenza”.

Potremmo aver vissuto finora senza aver mai espresso i nostri talenti, ma di tanto in tanto la vita ci spinge a domandarci quanto siamo realizzati e felici, piuttosto che demotivati e depressi, perché non stiamo vivendo come vorremmo.

La Fibromialgia diventa allora un’incredibile opportunità per ricondurci verso noi stessi, imparare ad ascoltarci, concentrarci sulle nostre passioni e sviluppare i nostri talenti.

L’insoddisfazione a livello esistenziale può arrivare a provocare gravi disagi, quali appunto disturbi o malattie croniche.

Per questo credo fermamente che dovremmo impegnarci per arrivare ad esprimere tutte le nostre potenzialità. Essere consapevole dei propri talenti ci permette di offrire il meglio di noi al mondo e ci consente di conoscere ed apprezzare gli altrui talenti, lasciando che questi arricchiscano la nostra vita.

Abbiamo quindi tutto da guadagnare e niente da perdere!!

Una buona via per riscoprire lo scopo per cui siamo qui e per realizzare noi stessi è quello di fare ritorno alla nostra prima infanzia, quando sapevamo cosa ci veniva facile e naturale, conoscevamo il nostro talento e non volevamo altro che seguirlo perché era in linea con noi stessi.

Se però non hai memoria di qualche attività particolare che ti appassionava in tenera età, prova a rispondere a queste domande:

  1. “Facendo cosa non ti accorgi del tempo che passa?”
  2. “A cosa non rinunceresti mai?”
  3. “Che cosa fai senza fatica?”

Ma soprattutto quando non ti poni più la domanda: “Che cosa ci guadagno?” ma invece ti chiedi: “in cosa posso essere utile agli altri?”, allora stai sicuramente esprimendo il tuo scopo in questa dimensione.

Perché se il senso della vita è quello di trovare il tuo talento, lo scopo della vita è quello di donarlo agli altri!!

Se nemmeno queste domande ti possono essere di aiuto, il consiglio che mi sento di darti è quello di SPERIMENTARE!!!

Da sempre sostengo che questo sia il segreto della più profonda guarigione! D’altra parte il principale messaggio della Fibromialgia è proprio quello di dire che è arrivato il momento di cambiare direzione.

E allora perché non cogliere l’occasione per sperimentare tutto quello che non hai mai provato a fare?

Se non provi a suonare la chitarra, come puoi essere sicuro di non esserne capace?

Puoi riuscire a scoprire per cosa sei portato solo quando esci dall’abitudine e drizzi le antenne per cercare attivamente nuove esperienze.

Nel corso della nostra vita subiamo moltissime situazioni in cui veniamo feriti nel nostro essere più intimo, lacerati dal dolore o dalla sofferenza. La Fibromialgia ne è un esempio.

In questi momenti  dobbiamo trovare in noi stessi quella forza di coesione, di integrità e rigenerazione che, come un’antica reminiscenza, proviene dalle profondità del nostro essere.

È questa stessa energia infatti che ci ha permesso di nascere, crescere ed evolvere.

Ogni qual volta avviene in noi una separazione, una ferita, sia essa fisica, psichica o emozionale, la nostra energia vitale si preoccupa di riunirne i lembi, riportando unità laddove si è venuta a creare dualità.

Nel momento in cui una ferita si rimargina e si chiude, rimane un ricordo indelebile del trauma subito.

È nostra responsabilità far si che il ricordo, la memoria di tale ferita, possa divenire il combustibile per avanzare nella vita.

Quanto dura la Fibromialgia?

Solamente in questa via di “guarigione” attiva e consapevole le nostre ferite emozionali divengono la base per far risorgere in noi i nostri talenti. Da questa prospettiva possiamo considerare ogni sofferenza una prova iniziatica, un mezzo per affidarsi, guarire, apprendere, per scoprire ed affinare le nostre passioni!

Se per esempio sei una persona molta attiva e la Fibromialgia ti costringe ad un periodo di riposo forzato, non restare immobile nell’attesa di poter tornare a fare sempre le stesse attività che hai fatto da una vita!

Impara a vedere in questa occasione un’opportunità di crescita, sperimenta il piacere di leggere un libro o di trascrivere su un quaderno l’esperienza che stai vivendo, magari per farne dono a chi sta affrontando la tua stessa situazione; potresti così scoprire di avere una predisposizione innata per la scrittura e scovare un talento che senza la Fibromialgia mai avresti scovato!

L’importante è non lasciarsi mai scoraggiare, non avere paura, mettersi sempre in discussione, avere voglia di andare oltre i propri limiti, non perdere mai l’entusiasmo per fare nuove esperienze!

Se ci pensi bene vivere pienamente significa proprio questo:

non smettere mai di ricercare-conoscere-sperimentare la vita di tutti i giorni, perché questo è l’unico modo che hai per rimanere vivo, cioè per perseguire i tuoi scopi esistenziali.

Potenziare il tuo benessere personale attraverso lo sviluppo dei tuoi talenti ti permette di cogliere e di spremere tutte le opportunità che ogni nuovo giorno ti riserva, permettendoti di trasformare i tuoi punti di arrivo in nuovi punti di partenza.

Una volta che hai scovato il tuo talento, ricorda che questo va coltivato con la pratica continua e costante e soprattutto mai deve mancare la passione nell’esercitarlo!

Nel far questo conserva sempre una mente libera ed elastica, usa naturalmente la razionalità, ma al tempo stesso cerca anche di seguire il tuo istinto, fidati di te stesso e delle tue sensazioni.

Usa l’intuito.

Ma soprattutto usa l’amore! ♡ Amore per te stesso e per quello che fai!

Immaginati come un seme che racchiude un meraviglioso fiore al suo interno. Per far spuntare il fiore occorre però la luce del sole; questa luce è appunto l’amore, intesa come energia dell’anima che va riconosciuta, espressa e trasformata in azione.

Porsi con attenzione, cura, affetto, fiducia a ciò che siamo ci permette di “tirare fuori” il meglio di noi e coltivare i nostri talenti.

Ricorda che il talento va esplorato anche se le condizioni sembrano avverse, sii consapevole che hai il potere di agire. Puoi e devi costruire le condizioni per accogliere e cogliere nuove opportunità!

Come diceva Seneca:

“La fortuna non esiste: esiste il momento in cui il talento incontra l’opportunità.”

Persino nel Vangelo vi è una parabola dedicata ai talenti. La storia è quella di un signore che prima di partire affida le sue ricchezze a tre servi.

Al primo 5 talenti, al secondo 3, e al terzo un solo talento. I primi due servi fanno in modo di fare fruttare ciò che era stato loro dato, e raddoppiano la ricchezza.

Il terzo servo impaurito nasconde il suo unico talento sotto terra.

Quando il signore rientra dal viaggio è molto soddisfatto del lavoro dei primi due servi, mentre si arrabbia con il terzo, lo prende a male parole e si riprende il talento.

I talenti sono doni, ma anche qualcosa che è stato affidato alla nostra cura. Sono le nostre inclinazioni, le nostre passioni, la nostra ricchezza.

In un certo senso abbiamo il diritto, ma quasi anche il dovere, di metterli a frutto, di impegnarci e correre qualche rischio.

Se invece per paura chiudiamo in nostri talenti in qualche luogo oscuro, alla fine non ci resterà niente.

Mettersi davvero alla prova non è da tutti. A volte si può restare anche tutta la vita nell’immobilismo per non rischiare il fallimento. I talenti richiedono pazienza, lavoro duro, capacità di resistenza.

Probabilmente in parte sono innati, ma di certo senza pratica sono condannati a restare inespressi. Nei talenti c’è forse scritto il nostro destino, la possibilità di realizzare la nostra vera essenza.

E, come sosteneva Carl Gustav Jung:

“Il maggior privilegio, in una vita, è diventare chi siamo veramente.”

Se ti è piaciuto l’articolo ti ricordo di iscriverti alla mia newsletter per scaricare un ebook gratuito e continuare a ricevere i miei aggiornamenti!

Io non sono un medico e ci tengo a sottolineare che tutto ciò che condivido è basato sulla mia storia personale, sui miei studi, sulle mie ricerche e non sostituisce alcun tipo di trattamento farmacologico e psicologico.

Compila il modulo qui sotto per iscriverti.

2021-08-17T19:12:36+02:0022 Gennaio 2018|Corpo Sano|5 Commenti

5 Commenti

  1. Rebecca 24/01/2018 al 04:54 - Rispondi

    Spero che con il tuo aiuto e i tuoi consigli uscirò presto da questa gabbia grazie

  2. Rebecca 24/01/2018 al 04:56 - Rispondi

    Spero che con i tuoi consigli uscirò presto da questa gabbia e sciogliere queste corde che mi tengono legata grazie

  3. […] Home/Corpo Sano/A cosa sono legati i dolori articolari diffusi, tipici della Fibromialgia? Precedente […]

  4. Liana 08/10/2018 al 15:48 - Rispondi

    Davvero bello. Sono cattolica e praticante ed ho trovato questo articolo molto interessante!:Grazie!!!

  5. […] arrivata a collezionare più di 100 sintomi: un mix letale di dolore che mi accompagnava […]

Scrivi un commento