Io che avevo fatto della razionalità la mia unica guida ed ero convinta di poter tenere tutto sotto controllo; io che ero certa non avrei mai avuto bisogno di chiedere aiuto a nessuno.

Io che mi sentivo forte nel non mostrarmi debole, che mi consideravo brava perché accontentavo sempre tutti, obbediente perché non mi opponevo mai a niente e nessuno, esemplare perché stavo sempre alle regole imposte, buona perché mai osavo ribellarmi, giusta perché rispettosa della Legge.

Io che pensavo di avere la verità in mano per cui dipingevo ogni evento della vita di bianco o nero, senza alcuna sfumatura di colore; io che ritenevo la vita crudele o ingiusta ogni volta che mi procurava dolore o sofferenza.

banner bianco spazioIo che dovevo avere sempre tutto in perfetto e assoluto ordine; io che mi vantavo perché in ogni mia azione anteponevo il dovere al piacere.

Io che ero immersa nella continua e costante modalità del fare, certa che questo mi avrebbe portato a realizzare più obiettivi possibili.

Io che ho sempre creduto solo ed esclusivamente a ciò che poteva essere dimostrato e che cercavo significati e spiegazioni per ogni cosa; io che mi dannavo pur di trovare risoluzione ad ogni problema.

Io che ero convinta di aver imparato le lezioni della vita per cui sapevo classificare correttamente ogni cosa in giusta/sbagliata, buona/cattiva, bella/brutta, morale/immorale, pronta quindi a dispensare critiche e giudizi.

Io che avrei preferito morire piuttosto che sperimentare la malattia; io che mi imponevo di essere tutta d’un pezzo pur di non far trasparire i miei sentimenti e le mie emozioni; io che pensavo fosse giusto cercare di mettersi al riparo da qualsiasi forma di sofferenza.

Io che consideravo l’Amore qualcosa che pretendesse di essere ricambiato; io che non mi fidavo mai di nessuno pur di evitare di incorrere nel rischio di essere ferita o rimanere delusa.

Io che pensavo che la gioia fosse sinonimo di sicurezza, certezza, protezione e riparo, di tranquillità, salute e benessere.

Io che vedevo sempre il lato negativo di ogni cosa, così da essere sempre preparata al peggio; io che ero convinta che chi nasce tondo non possa morire quadrato.

Io che sperimentavo la vita con immensa fatica nel tentativo di dare sempre e comunque il meglio di me, pur di raggiungere la perfezione.

Io che ero assolutamente certa non ci fosse nulla oltre la morte e ritenevo che dell’Aldilà si occupassero solo le persone illuse o poco serie; io che pensavo che l’Anima fosse appannaggio solo dei mistici, dei religiosi o dei credenti.

Poi un giorno accade che tutto quello che con tutte le mie forze avevo cercato di evitare, mi raggiunga con una forza e una violenza inaudita.

Fibromialgia, la diagnosi.

L’incontro con due donne straordinarie, la cura.

Vittoria Diamanti, Erica Francesca Poli. Un viaggio scortata da due angeli che mi porta ad una trasmutazione che coinvolge tutto il mio Essere, mi libera, donando alla mia Anima quel respiro profondo che mai Le avevo concesso di sperimentare. 

erica elsa e vittoria

É così che proprio io ora divengo testimone di tutta l’incredibile bellezza che la vita riserva e della meravigliosa leggerezza con cui possiamo concederci di sperimentarla.

Divengo testimone di quanto l’Anima sappia guidarci con assoluta sapienza quando ci affidiamo al fluire dell’esistenza, abbandonando per sempre il tentativo invano di poter controllare ogni cosa.

Divengo testimone di quanti infiniti colori e sfumature abbiamo a disposizione per dipingere la nostra esistenza, e di quanto inutile e assurdo sia classificare ciò che ci offre dentro un mondo duale, estremamente limitante e ristretto.

Divengo testimone di quanto non solo chi nasce tondo possa morire quadrato, ma possa addirittura giovarsi dell’incredibile opportunità di sperimentare nel corso della vita tutte le forme possibili che la geometria contempla.

Divengo testimone di quanto esistano dimensioni alla nostra parallele, entità che con noi agiscono e interagiscono, a noi si palesano e comunicano in modalità sorprendenti, se solo ci concediamo la possibilità di porci loro in ascolto.

Divengo testimone di quanto sia meraviglioso abbandonare giudizi, confronti, commenti e classifiche, di quanto sia inutile comportarsi nella vita con l’intento di rispettare i canoni, ammesso che esistano, della persona brava e buona, forte e obbediente, esemplare e giusta, perché l’unica cosa che davvero conta è quella di rispettare sempre e comunque il proprio sentire.

Divengo testimone di quanto sia fondamentale occuparci delle nostre passioni, sviluppando i nostri talenti, dedicando il nostro preziosissimo tempo a far emergere la nostra creatività, espressione unica e potente della nostra Anima.

Divengo testimone di quale ricchezza rappresenti per la nostra esistenza saper chiedere aiuto quando ne sentiamo la necessità, senza per questo sentirci in colpa, deboli o incapaci; di quanto condividersi sia fondamentale gli uni per gli altri. 

elsa pupazzo di neve

Divengo testimone di quanta energia spesso sprechiamo nell’ostinarci a voler scovare un perché ad ogni accadimento, nel voler a tutti i costi ricercare una motivazione o un senso a ciò che ci accade, nel voler per forza trovare una soluzione ad ogni problema, quando basterebbe semplicemente accoglierlo e darsi il permesso di viverlo.

Divengo testimone di quanto l’Amore sia un moto dell’Anima, più che un sentimento; un’energia che tutto pervade, supporta, muove e sostiene in una danza tra luce e ombra che siamo chiamati ad agire con l’intento di portare a compimento la nostra unicità. Amare è nella nostra Natura, qualcosa che accompagna il nostro accadere, non si fa domande, non cerca risposte, nulla chiede o pretende.

Semplicemente attraverso di noi esiste e si manifesta, se gliene concediamo il permesso.

Divengo testimone di quanto il dolore sia semplicemente parte della vita e che il nostro opporci a farne l’esperienza sia la sola causa della nostra sofferenza. Dobbiamo ritrovare il coraggio di sentire, indipendentemente da ciò che sentiamo, perché questo è l’unico modo per rimanere connessi e presenti alla vita.

banner elsa spazioDivengo testimone di quanto la gioia sia legata al puro esserci e non abbia nulla a che fare con il raggiungimento di alcun obiettivo o scopo, imparando così l’arte del saper aspettare, del restare con ciò che c’è, istante per istante, senza alcuna smania di agire o di voler risolvere alcunchè.

Divengo testimone di quanto la vita valga la pena di essere vissuta, sempre e comunque, con Amore, gioia e leggerezza, tenendo ben presente che ciò che fa la differenza è la percezione che abbiamo della realtà e non la realtà stessa.

Divengo testimone di quanto la vita in fondo sia un gioco le cui regole non siamo chiamati a contestare, perché l’unico compito che ci viene richiesto è quello di giocare la nostra partita, qualunque essa sia.

Una trasmutazione, la mia, che si è lasciata raccontare dentro le pagine di un libro che vuole essere foriero di speranza per chiunque si senta immobilizzato e intrappolato dentro le sabbie mobili di una qualsiasi difficoltà, affinché lo possa incoraggiare ed aiutare a divenire flessibile, aperto e disposto a vivere il cambiamento che gli spetta.

Perché per quanto agire un cambiamento sia difficile e faticoso, resta l’unica via che io conosca per poter sperimentare la magia e la bellezza che la vita sottende.

Con Amore e dolcezza.

Elsa

Ringrazio Elsa per questo articolo e ti invito ad acquistare il libro di Elsa “Fibromialgia. Come una malattia può insegnarti la gioia di vivere” cliccando qui o sulla foto qui sopra.

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