La fibromialgia può comportare diversi sintomi fisici e neurologici che impattano in modo pesante nella vita di tutti i giorni.
Se dolore cronico e dolore diffuso sono relativamente facili da riconoscere, individuare e descrivere, ci sono altri sintomi che generano paura e ansia in chi soffre di sindrome fibromialgica: sto parlando della fibro-fog, ovvero il brain fog, quella sensazione di annebbiamento mentale causata dalla fibromialgia.
Quante volte ti accade di non riuscire a seguire un discorso o di perdere il filo della lettura mentre hai un libro fra le mani?
Quante volte hai difficoltà nel porre attenzione a quello che stai svolgendo?
Quanto spesso hai vuoti di memoria o dimentichi di rispettare impegni e appuntamenti?
Quanto la mente sembra non seguirti nell’elaborazione dei tuoi pensieri? Ti capita di non riuscire ad esprimerti in modo fluido e corretto? O addirittura di bloccarti mentre stai parlando, come se di colpo non sapessi più cosa dire?
Quante volte ti è capitato di sentirti disorientata e di non ricordare nemmeno la strada per tornare a casa?
Quanta fatica fai per studiare, leggere un libro o svolgere anche semplici conti al lavoro?
Quante volte ti capita di confonderti, di non ricordare le parole e di non sapere più se quello che stai dicendo ha un senso?
Quante volte ti sei sentita in imbarazzo a causa di questi vuoti di memoria? Quante volte hai provato rabbia per questa tua condizione? E quante volte ti sei vergognata per la paura di essere giudicata?
Quelle che ho appena descritto sono le conseguenze più comuni di quella che viene definita come “fibro-fog”, ovvero una sorta di annebbiamento della mente che la Fibromialgia causa a livello cognitivo.
Dietro quel dolore così devastante c’è una richiesta pressante del corpo che chiede di essere preso in cura. Una cura che non dobbiamo vedere come un atto dovuto, bensì come una scelta consapevole di un atto di amore nei nostri confronti.
Fibro fog: cos’è l’annebbiamento fibromialgico
Si ha la sensazione di essere completamente disconnessi dal proprio cervello e pervasi da un perenne senso di confusione in testa. Si percepisce se stessi come se si fosse immersi in una nebbia cognitiva.
Questa condizione genera a volte veri e propri attacchi di panico e sicuramente alimenta un senso di profonda frustrazione e impotenza, nonché induce il Fibromialgico a isolarsi socialmente.
L’incapacità di proferire parole che siano connesse tra loro, la difficoltà nel seguire il filo logico di una conversazione, quella sensazione di vivere dentro un mondo quasi ovattato, come se ogni stimolo esterno arrivasse con infinita lentezza e debolezza, spinge il Fibromialgico a chiudersi in sé stesso, rifiutando spesso in maniera categorica qualsiasi contatto con altre persone.
I sintomi della fibro fog, la confusione mentale da fibromialgia
Periodi di particolare stanchezza o stress possono generare un senso di confusione, o portare a difficoltà di concentrazione e memoria.
Chi soffre di fibromialgia, può vivere in queste condizioni per lungo tempo, sperimentando diversi sintomi:
- Difficoltà a ricordare e memorizzare
- Difficoltà cognitive
- Difficoltà a mantenere la concentrazione
- Disturbi dell’attenzione
- Difficoltà nella fluidità di pensiero
- Eloquio rallentato
- Difficoltà nella focalizzazione.
In che modo l’annebbiamento fibromialgico condiziona le nostre vite
L’idea di doversi giustificare di fronte ad altri per un disturbo che, come quello della fibro-fog, o annebbiamento mentale, di certo non si riesce a nascondere, crea grande imbarazzo e un forte senso di vergogna, come se si fosse pervasi da una sorta di umiliazione strisciante che deriva dal sentirsi inadeguati, mancanti, poco preparati o non all’altezza della situazione.
Ci comportiamo come se il nostro momentaneo deficit cognitivo, dovuto alla malattia, fosse una nostra responsabilità, inducendo così l’insorgere di forti sensi di colpa, i quali, a loro volta, generano disgusto e rabbia verso sé stessi, andando ad alimentare un tormento interiore che di certo non ci aiuta ad uscire dalla sofferenza in cui già la malattia costringe.
Conosco bene il terrore che insorge di fronte al disturbo di fibro-fog nel vedersi affetti da una sorta di demenza: non è così!
Ci sono studi che dimostrano quanto le persone con Fibromialgia siano assolutamente simili a soggetti non affetti da questa patologia in termini di relazione tra funzione cognitiva oggettiva e soggettiva.
Tengo a ricordare e sottolineare quali siano le condizioni in cui un Fibromialgico è costretto a vivere: dolore persistente che si sposta continuamente lungo tutti i distretti corporei, stanchezza cronica, insonnia, parestesie e formicolii che compaiono anche improvvisamente, permeabilità intestinale, senso di disequilibrio, utilizzo di farmaci, spesso in dosaggi prolungati nel tempo.
Come possiamo immaginare che una sintomatologia così invalidante non si rifletta anche a livello cognitivo?
Eppure, non ci soffermiamo mai a riflettere su quante e quali forze nascoste abbiamo nel riuscire a gestire così tanta sofferenza!
Di fronte alla fibro-fog, a quella sensazione di avere una “foggy mind”, ovvero una mente immersa nella nebbia, ci ostiniamo a cercare di rimanere concentrati, facciamo di tutto per tentare di ricordare le cose o di comprendere il significato dei discorsi che ci vengono rivolti, senza renderci conto che questo ci costa uno sforzo immane, in un corpo già debilitato a livello psico-fisico.
Mi piacerebbe che ci mostrassimo molto più compassionevoli nei nostri confronti. Spesso coloro che soffrono di Fibromialgia sono persone con una spiccata predisposizione a supportare e sostenere l’altrui sofferenza. Eppure, spesso siamo incapaci di accogliere e sostenere il nostro dolore!
Siamo i peggior giudici di noi stessi, spesso severi e implacabili.
È importante imparare ad essere indulgenti e mostrare una buona dose di benevolenza nei nostri confronti: è questo il primo passo per prenderci cura di noi, eliminare la critica e il giudizio, consapevoli del fatto che quello che stiamo vivendo è transitorio.
Leggi anche l’articolo sul “Come superare la paura del giudizio, la storia di Stefano”, cliccando qui.
Fibro fog: rimedi e come prevenire l’annebbiamento del cervello
Ma affinché questa condizione migliori, arrivando a una situazione di asintomaticità per quanto riguarda la fibromialgia, dobbiamo necessariamente rivolgere amore e cura al nostro corpo. Quanto siete consapevoli del fatto che le abitudini alimentari influenzano in maniera determinante il vostro metabolismo?
Una cattiva alimentazione, basata sul consumo di alimenti processati, eccessivamente ricca di carboidrati e grassi, può aumentare il rischio di soffrire di deterioramento cognitivo e può influire sul buon svolgimento delle funzioni cerebrali. Cerchiamo quindi di abituarci a mangiare con sempre maggior frequenza verdure, crude soprattutto, e pesce, meglio se di taglia piccola e non da allevamento.
Vi suggerisco in proposito la lettura del libro “Le ricette del benessere”, scritto con l’intenzione di fornire ricette veloci, semplici e salutari, volte a ridurre lo stato infiammatorio del corpo.
Altro elemento di cui avere cura è senza dubbio il sonno.
Dormire troppo poco o avere un sonno disturbato, con continui risvegli notturni, può rendere la vita difficile al nostro cervello, soprattutto se tutto ciò si protrae per lungo tempo, come accade frequentemente proprio in chi è affetto da Fibromialgia.
Prima di addormentarvi vi consiglio di astenervi dal guardare qualsiasi video, che sia tv, tablet o smartphone senza occhiali appositi che vi possano schermare dalla luce blu.
Una buona abitudine potrebbe essere quella di ascoltare della musica rilassante o di lasciarsi condurre da meditazioni, anche guidate, verso un sonno ristoratore.
La meditazione può essere una buona pratica da adottare anche durante la giornata, proprio quando la confusione mentale e il senso di “annebbiamento” del cervello ci sembrano più pressanti.
Questo ci permette di ridurre lo stress che la fibro-fog scatena e allena ad una nuova capacità di riconoscere le nostre emozioni per poi regolarle e lasciarle fluire, impedendo che sia il corpo a farsene carico.
La miglior medicina, anche nel caso della fibro-fog, resta quella di non isolarsi. Condividersi con persone che sono affette dallo stesso disturbo regala una profonda leggerezza, perché finalmente ci si sente compresi e supportati e può anche agire da stimolo per provare a portare nella nostra quotidianità una buona dose di autoironia, in grado di apportare importanti benefici a livello di ossigenazione e respirazione, a sostegno proprio del nostro cervello.
Per approfondire ulteriormente, ti consiglio di scaricare l’ebook gratuito “Come vincere la fibromialgia”, nel quale racconto la mia esperienza personale e il mio percorso verso l’asintomaticità, compilando il modulo che trovi qui sotto. Ti potrai così iscrivere alla mia newsletter per ricevere tutti i miei contenuti sulla tua casella di posta.
Vorrei mettermi in contatto con lei , per approfondire el argomento grazie
Molto interessante
Vorrei sapere di più su come uscire da tutto questo dolore che provo 🙏
io mi ritrovo cosi’ tanto in questa sensazione di cervello ” in acqua” , come lo chiamo io, che 2 anni fa, non sapendo che anche questo regalino facesse parte del pacchetto fibromialgia,, mi sono sottoposta a test cognitivi che poi sono risultati essere nella norma.. Poi ho capito! E mi sono detta:” Beh, meglio la fibro che la demenza”.. Chi si accontenta gode.. Un abbraccio a tutti. Francesca.
Vorrei poter avere altri chiarimenti in merito grazie
Vorrei sapere come migliorare la mia condizione