Cosa significa “Curarsi è una Scelta”? Nel suo ultimo libro, Elsa Veniani ci espone la sua diretta esperienza nel rapporto tra la malattia, che coincide con la Fibromialgia, e il percorso di cura che ha intrapreso, come un viaggio alla scoperta di sè stessa.
Vi lascio alle sue parole…
<<Malattia significa problema da risolvere, possibilmente in fretta, a qualsiasi prezzo, con qualunque mezzo da altri proposto; poco importa che sia coerente e rispettoso del nostro sentire.
Ciò che conta è eliminare la malattia, stroncarla sul nascere se possibile, sconfiggerla con ogni strumento che ci viene offerto
Credo che ciò che ho appena descritto sia il primo pensiero che invade la nostra mente nel momento in cui ci viene comunicata la diagnosi di una patologia.
Malattia quindi come ostacolo che si impone in modo più o meno prepotente lungo il nostro cammino; malattia come nemico che ci vuole annientare, al quale logicamente non possiamo che dichiarare guerra; malattia come minaccia alla nostra stessa esistenza, ragion per cui siamo costretti a sottoporci ad una cura.
Cura dunque come obbligo al quale non possiamo sottrarci se vogliamo tornare a stare bene per proseguire spediti lungo il cammino che ci eravamo prefissati, per tornare alle nostre vecchie abitudini e alla nostra routine quotidiana, per poter fare di nuovo tutto ciò che agivamo prima della diagnosi e che proprio la malattia ha interrotto più o meno bruscamente.
E se vi dicessi che la cura, più che a debellare la malattia, dovrebbe servire a dirigere tutte le nostre energie a manifestare ciò che siamo?
Di fronte a una diagnosi siamo istintivamente portati a scappare dalla patologia che ci ha colpito e la rifiutiamo e contrastiamo con tutte le nostre forze, con tutti i risvolti emotivi e psichici che questo comporta.
E anche per me adottare questo atteggiamento fu la reazione più naturale quando il reumatologo mi disse di essere affetta da Fibromialgia, definita dalla medicina come malattia cronica e incurabile.
Finché però rimaniamo aggrappati a questa posizione di difesa e di rifiuto rispetto alla malattia non potremo mai fare quel salto di coscienza che, a mio avviso, trasforma la patologia da tragedia in opportunità.
Il primo passo da fare è accogliere la malattia, non però con rassegnazione o vittimismo, bensì come una sorta di viaggio che siamo chiamati a intraprendere e che, per quanto oscuro e difficoltoso possa essere, di certo rappresenta un cammino di scoperta di sé.
Curare la malattia o curare la nostra Anima?
Sono fermamente convinta che quello che ci chiede l’esistenza nel momento in cui ci riserva l’esperienza della malattia non sia di curare la malattia in sé, o quanto meno non solo, bensì di curare la nostra Anima, vale a dire di occuparci di ciò che ci rende unici e irripetibili, di ciò che ci contraddistingue rispetto a chiunque altro, di ciò che appartiene alla nostra Essenza più profonda.
Noi siamo OBBLIGATI a curare la malattia a livello fisico, per ovvie ragioni, ma la vera cura a cui la malattia vorrebbe condurre, vale a dire il compimento della nostra Anima, è invece una SCELTA che spetta a noi e a noi soltanto!
Adottare questa scelta significa spostare il focus dalla guarigione della malattia alla curiosità di scoprire chi siamo, in quali valori vogliamo credere, quali passioni ci pervadono, quali talenti incarniamo e quale unicità possiamo donare al mondo.
Non è un caso che la malattia, al suo giungere, sconquassi completamente la nostra routine quotidiana, costringendoci molto spesso a interrompere o a ridimensionare quel nostro continuo fare in cui siamo immersi in modo sempre più frenetico.
In effetti la malattia forse è venuta a dirci che non è più il tempo di fare ma è giunto il tempo per essere!
E per far questo dobbiamo per forza tornare a sentire!
Uso la locuzione “tornare a sentire” proprio perché ritengo che l’epoca che stiamo vivendo ci stia sottoponendo a una sorta di anestesia, rendendoci poco sensibili al nostro sentire, poco o per nulla propensi ad ascoltare il nostro cuore, incapaci di interagire con noi stessi, con gli altri e con il mondo che ci circonda.
Può sembrare un paradosso ma il dolore devastante che la Fibromialgia ha portato nella mia vita, una volta accolto come esperienza da vivere e attraversare, mi ha permesso di attivare un sentire molto sottile e profondo al contempo, non solo rispetto a me stessa ma anche rispetto al valore e alla bellezza della vita.
Te ne parlo in modo approfondito anche in questo video:
Perchè curarsi è una scelta?
Curarsi, inteso non come sottoporsi a delle cure per debellare la malattia, ma come iniziare un cammino dove non conta tanto la meta quanto ogni singolo passo che riesci a compiere e che ti sposta e orienta verso nuove e inaspettate prospettive, diviene quindi una scelta!
La Fibromialgia mi ha insegnato a diventare la mia priorità! E credo che sia questo il “segreto” della guarigione o, quanto meno, per me lo è stato.
Potrebbe sembrare un discorso egoistico, ma ritengo che solo persone gioiose possono aiutarne altre a divenire altrettanto gioiose.
E la gioia non è legata a ciò che ci accade ma al rispetto profondo di sé, dei propri valori e ideali, degli intenti del cuore, del proprio sentire che deve rispecchiarsi in ogni singola azione, gesto o parola.
Siate sempre al servizio del vostro cuore!
Certo, è una scelta che richiede coraggio, determinazione, forza di volontà e che implica rischi da correre, paure da affrontare, desiderio di voler osare!
Tutte cose da cui la mente e la nostra razionalità ci mette costantemente al riparo. Ma sono talmente convinta che sia proprio la cura e l’ascolto del cuore la chiave per allontanare la malattia, da aver scelto di scrivere un libro per offrire la mia testimonianza in merito: “Relazione medico-paziente, curarsi è una scelta”, pubblicato da Anima Edizioni e disponibile su Amazon a questo link = https://amzn.to/3wtlwDu
Vi aspetto per parlarne insieme all’evento di presentazione dei miei due libri che ho organizzato il giorno 03/09/22, alle ore 16.00, a Valmadrera (LC), presso la sala auditorium del Centro Culturale Fatebenefratelli, in Via Fatebenefratelli n. 6.
Clicca qui o sulla foto qui sotto e contatta Elsa se desideri avere più informazioni sul’evento.
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